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Commissione Finanze Senato 8/8/2013: documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulla tassazione degli immobili

3 Ott 2013 | ARCHIVIO STORICO

La Commissione Finanze del Senato ha approvato l’8 agosto scorso il documento conclusivo dell’indagine sulla tassazione degli immobili, contenente diverse osservazioni interessanti sull’IMU e sulla TARES. In particolare, dal dossier emerge che il contributo dato dal prelievo IMU è cresciuto dai circa 9 miliardi del 2011 ai 23,80 del 2012 su un gettito totale dell’intero comparto immobiliare di 44,88 miliardi. Ragioni di equità e ragionevolezza del prelievo, anche a motivo specificità nel contesto europeo della proprietà immobiliare in Italia, inducono la Commissione a ritenere urgente un intervento di revisione profonda dell’imposta municipale, anche in relazione alle altre imposte e alle altre forme di prelievo sul patrimonio immobiliare. A giudizio della Commissione la fiscalità immobiliare, come per altri settori economici, può contribuire a creare condizioni migliori per lo sviluppo economico e la ripresa produttiva. La Commissione ritiene peraltro necessario affermare in premessa che la tassazione relativa agli immobili sia di natura patrimoniale che riferita ai servizi sia di esclusiva competenza degli enti locali e che in prospettiva qualsiasi intervento di natura modificativa su elementi costitutivi dell’imposta (imponibile, aliquote, esenzioni ecc.) debba ricadere nel regime di autonomia finanziaria nel rispetto di quanto previsto dalla Costituzione. Il regime impositivo immobiliare trova il suo fondamento strutturale sui dati catastali: la assenza di aggiornamenti, l’obsolescenza dei criteri di determinazione delle rendite, la non rispondenza ai valori reali rendono estremamente urgente la riforma di tale disciplina. La Commissione auspica che entro ottobre si possa definitivamente approvare il disegno di legge di delega fiscale, per la parte che concerne il catasto, con conseguente entrata in vigore dei decreti legislativi di riforma del catasto a partire dal 1° gennaio 2014. Poiché dalle audizioni è emerso che la completa attuazione di tale rilevante processo potrebbe comportare un periodo non inferiore ai cinque anni, anche con oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato, la Commissione suggerisce per il periodo transitorio, già a partire dal 2014, l’adozione di misure di revisione provvisoria per i centri urbani di maggiore dimensione, passando al criterio dei metri quadri e utilizzando, salva prova contraria, le stime dell’Osservatorio immobiliare, per avvicinare le rendite catastali ai valori di mercato; contestualmente, prevedere la soppressione delle categorie catastali completamente superate dalle reali caratteristiche del patrimonio immobiliare. Ad esempio, la categoria A5, ricomprende circa un milione di abitazioni di tipo ultrapopolare, definite come appartenenti a fabbricati con caratteristiche costruttive di bassissimo livello, non dotate di norma di servizi igienico-sanitari esclusivi. Si tratta di una classificazione non più rispondente alla reale caratteristica delle unità immobiliari, ragione per cui si potrebbe eliminare, salva la prova contraria del proprietario. A regime, la Commissione propone l’adozione di un meccanismo automatico di revisione periodica delle rendite catastali, in modo da non dover più affrontare la condizione di divaricazione tra le rendite catastali e i valori immobiliari che si
registra allo stato attuale. Per quanto riguarda le imposte a carattere patrimoniale, e segnatamente l’IMU con riferimento alle attività produttive, la Commissione sollecita un’immediata riduzione del prelievo sugli immobili strumentali, con particolare attenzione alle unità produttive di minori dimensione e agli immobili strumentali in agricoltura, suggerendo di valutare due possibili modalità: integrale deduzione dall’imponibile a fini IRES e IRAP delle somme versate a titolo di IMU; previsioni di franchigie di imposta a partire da criteri oggettivi (dimensione dell’immobile, fatturato ecc. ). Sempre in riferimento alla tassazione di tipo patrimoniale, la Commissione rileva le numerose asimmetrie e disomogeneità del tributo riferito ai terreni agricoli, che scontano differenze di prelievo non più giustificabili su un piano di equità e di sostegno all’attività agricola. Per quanto concerne le abitazioni ad uso residenziale di proprietà di cittadini residenti all’estero e iscritti all’AIRE, la Commissione ritiene urgente una misura di esenzione per coloro che posseggono un’unica unità immobiliare tenuta a disposizione ubicata sul territorio nazionale. Meriterebbe poi una nuova regolamentazione il regime impositivo ai fini IMU degli immobili dati in comodato d’uso ai parenti di primo grado nonché quello delle abitazioni di coloro che hanno trasferito la residenza in case di cura. Sempre in riferimento alla tassazione di tipo patrimoniale, la Commissione propone di eliminare le asimmetrie presenti nella disciplina IMU per gli immobili ad uso residenziale tenute a disposizione rispetto a quelle date in locazione. Per quanto riguarda infine la annunciata riforma della disciplina dell’ IMU sulla prima casa, la Commissione ritiene che essa debba essere improntata ai principi di equità, sostenibilità dell’imposta e di ragionevolezza, ferma restando la aspettativa di un intervento volto a eliminare la scadenza del versamento della prima rata del 2013 dell’IMU sulla prima casa, sulla scorta di quanto già previsto con il decreto-legge n. 54 del 2013. Per quanto riguarda la TARES, la Commissione, facendo riferimento agli strumenti di indirizzo presentati al Senato in occasione dell’informativa del Governo sul tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, ribadisce la necessità di rinviare al 2014 l’entrata in vigore di tale imposta: il nuovo tributo dovrà contemperare il criterio della metratura e del numero degli occupanti dell’immobile per definire l’imponibile. La nuova imposta dovrà essere di esclusiva competenza dei Comuni.